Giorno 32

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Data di svolgimento

15 Ottobre

Luogo di svolgimento

Brindenford

In Breve

Da Erro; La Seduta del Consiglio; Le accuse; Boar, Jarym ed Ephran in giro di notte; La Pietra d'Acqua; Un losco mercante; L'esperimento di Lazarus

Avvenimenti

Da Erro

Di buon mattino, ripulitici dalle fatiche degli ultimi giorni, ci presentiamo da Erro, come ci aveva richiesto. Il conestabile Jaifer Hudson ci informa che lo sceriffo ci stava aspettando. Gli riferiamo dei nostri progressi nell’antro, con particolare riguardo alla spada contenente l’anima del paladino Baine. Erro ci ammonisce di non rivelargli cose che non dobbiamo riportare a lui direttamente, dal momento che in sede di giudizio, lui sarà tenuto a dire tutto quello che sa, che sia per noi un merito o un biasimo. Sembra comunque apprezzare la nostra fiducia nei suoi confronti e questo mi rincuora. Ci informa che sospetta che ci siano dei movimenti nell’orda, in quanto a nord del paese, si sono verificate alcune sparizioni nelle fattorie più settentrionali. Nonostante le nostre informazioni sull’orda ci indirizzino più verso sud, Erro sembra convinto che dietro questi rapimenti, ci siano i malati seguaci del dio Bestia.
Ci informa inoltre che in serata saremo convocati dal consiglio cittadino, per ricevere il giudizio sul nostro comportamento da quando abbiamo fatto irruzione nelle semplici vite di questi cittadini.
Congedatici da Erro, io provo ad ottenere un’udienza al tempio di Vune per cercare una soluzione per il male che affligge sia Ombra che Jarym, ma sia Silitta che Iris non sembrano disposte a ricevermi, almeno per il momento. Così torno verso casa, dove Lazarus stava sistemando il laboratorio di Pierre, mentre il mago lo teneva d’occhio mentre scriveva qualcuna delle sue pergamene. Nel frattempo Jarym si era recato da Fasher per comprare qualcosa di appropriato per la serata. Sappiamo quanto siano snervanti le contrattazioni con il mercante, ma nessuno di noi si aspettava che il mezzelfo, tornasse con una splendente quanto scomoda armatura cerimoniale… un cimelio di altri tempi che senza dubbio irriterà non poco la pelle del mezzelfo abituata a ben più comodi vesti.

La seduta del Consiglio

E' una fredda sera ventosa a Brindenford quando entrate nella piazza del mercato, quasi del tutto scevra del suo quotidiano andirivieni.
Mentre vi avvicinate alla Gathering Hall notate un gruppo di bambini che sembrano ronzare intorno ad una vecchia signora: Madre Iris Gellow è al centro del gioioso capannello, regalando sorrisi, dolcetti e carezze ai ragazzi. Nonostante il rumore e l'impeto dei bambini la chierica si avvicina lentamente all'entrata della Hall seguita qualche passo più indietro da Silitta che distribuisce ai bambini delle gallette color avorio. Alcune popolane si avvicinano alla Vicaria e, tutte facendo una rapida riverenza, le consegnano dei piccoli involucri in vello o cuoio. Le due chieriche si congedano educatamente da tutti.
Mentre attraversate la piazza facendovi strada tra i mercanti che rimettono sui carri le loro cianfrusaglie, le due chieriche di Vune chiudono la porta della Gathering Hall alle loro spalle.
Dopo qualche secondo anche voi entrate nella grande sala principale e, oltre alle due donne, vedete immediatamente un bell'uomo dall'aspetto ursino sulla quarantina che sta sorridendo, parlando a Silitta tenendole le mani. Sembra che i due siano intimi, anche deducendolo dagli sguardi che si scambiano tra una rara e imbarazzata parola e l'altra. Madre Gellow sta salendo con decisione una larga scalinata a ovest con al fianco lo sceriffo Erro. Dietro di loro un longilineo elfo con un arco a tracolla aiuta Piven Golastar nella salita delle medesime scale.
Presto i convenevoli vengono sbrigati e venite fatti accomodare in una saletta del primo piano del Municipio di Brindenford mentre, vi dice Rayfe, "i consiglieri si confrontano tra loro". Rayfe è abbastanza giovane, dal fisico asciutto e muscoloso con un inizio di calvizie e sembra più vecchio dell'altro gendarme che aiuta quotidianamente Erro, Odhanan.
Usate questi momenti di noia mentre aspettate di essere convocati, per dare un'occhiata in giro. La Gathering Hall, o almeno gran parte di essa, è tra gli edifici più vecchi di Brindenford. Alla struttura principale sono state effattuate delle aggiunte che, però, hanno conservato lo scopo iniziale dell'edificio di punto di ritrovo e luogo sicuro.
Avete appena finito di fare alcune considerazioni su come da questo piano si possa vedere quasi tutta la città, quando Rayfe vi convoca a consiglio. Provate un po' di emozione quando venite fatti entrare in una grande sala rettangolare con un tavolo a ferro di cavallo posto al centro della stanza in modo da circondarvi. Al tavolo siedono gli attuali facenti parte del consiglio mentre in disparte, alla vostra destra, sono seduti l'elfo e Piven. Degli spessi tendaggi in velluto rosso pendono davanti alle due ampie finestre vetrate rendendo ingrato il compito del lampadario centrale, sopra la quale brillano un paio di dozzine di candele. Le belle travi del soffitto sono annerite ma non per questo sembrano meno robuste.
Da sinistra a destra sono seduti Sirius Craddock, il cui sguardo non fa presagire nulla di buono, la gelida Val Donage, l'uomo ursino che probabilmente è Whedon Rasholt, il sempre crucciato Erro, il sindaco Saddana, Madre Gellow con dietro Silitta infine un halfling dal viso rotondo, Vimble Mirhoffal, che chiacchiera fitto fitto con Piven.
Anra Saddana: "Silenzio tutti! Sedetevi." indica una corta panca posta al centro della U del tavolo e chiaramente non adatta ad un gruppo di 6 persone.

Ombra

Ombra ha osservato la scena attorno a sè ed i compagni con curiosità mista a rispetto, avendo capito che c'è in gioco il futuro del gruppo nei rapporti con la città di Brindenford, troppo spesso messa in pericolo dalle scelte avventate del barbaro. Per questo ed anche per gli ultimi recenti avvenimenti accadutigli, il gigante resta in silenzio e cerca uno sguardo d'intesa con i suoi compagni, in particolare con Faerun, dopodiché in mancanza di ulteriori suggerimenti si accomoda al centro della panca, cercando di lasciare spazio anche agli altri per quanto possibile.

Faerun

Faerun è avvezzo al rigore e al rispetto dovuto all'autorità.
Un po' su suggerimento schifato di Nard e un po' per tradizione, ha ravviato la barba, rifacendone le trecce e raddrizzando il fermaglio a forma di incudine con cui la lega solitamente.
Ammirando la maestosità del luogo, scocca occhiate interessate ai vari membri del consiglio, cercando di valutarne le intenzioni. Faerun si fida che il giudizio di Iris e Erro sarà equo, ed è abbastanza sicuro di non aver provocato risentimenti da parte del mago Piven. Teme invece un atteggiamento chiuso e forse preconcetto da sir Sirius. Degli altri ignora tutto e quindi non può trarre nessun tipo di conclusione.
Sapendo bene di non dover parlare prima degli anziani si pone in rispettoso silenzio al lato sinistro della panca. Non gli sembra consono attendere un giudizio con le gambe che si affannano a cercare il suolo da quella panca troppo alta.
I compagni avranno notato, che in questa occasione formale, Faerun ha lasciato a casa scudo e martello, indossando però l'armatura tirata a lucido per l'occasione.
All'occhiata interrogativa di Ombra, fa cenno al barbaro di sedersi.
Uno sguardo veloce lo da agli altri, in particolare a Jarym e Pierre, pronto a intervenire se i due sanguemisto, dessero luogo ad una delle loro tipiche "manifestazioni di esuberanza".

Ephran

Ephran non si aspettava così tante persone nel consiglio; nel suo villaggio era formato solo da tre membri e si sente a disagio per un momento, poi la fierezza elfica che è in lui lo porta a fare un bel respiro, mettersi bello dritto e con passo sicuro si avvicina alla panca mettendosi a sedere per terra a gambe incrociate accanto ad essa.Guarda in volto ognuno dei membi del consiglio, non vuole intimidirli nè sfidarli, cerca solo di capire, attraverso le loro espressioni, quali saranno i meno indulgenti nei loro confronti. A questo punto inizia a recitare nella sua mente, il mantra Nam myoho renge kyo (un mantra sulla legge regolatrice dell'universo che comprende il concetto causa-effetto e giustizia) per trovare la giusta pace per affrontare ciò che lo aspetta.

Jarym

Jarym, infastidito dalla scomoda armatura, non vede l'ora che tutto questo "processo" finisca presto, ma cerca di non darlo a vedere troppo.
Non conosce quasi nessuno del consiglio cittadino fatta eccezione per Erro e le chieriche quindi cerca di leggere negli occhi degli altri membri un presagio sull'andamento dell'udienza. Visto la sguardo severo del nano risponde con un cenno impercettibile come se volesse dire: "tranquillo faerun, non ho intenzione di creare problemi". Dato che ephran si siede a terra prende il suo posto sulla panca accanto ad ombra dando un pacca sulla spalla del barbaro che sembra piuttosto nervoso

Pierre

Dopo una giornata passata a fare "lavori da Mago" con Lazarus al mio fianco, stanco e sporco, mi sono dato una ripulita nelle acque del Turant. Ho approfittato del rilassante rumore dell'acqua corrente per calarmi in meditazione ed entrare in contatto con gli Dei del Fiume. Non ho avuto una risposta diretta dalle divinità ma alcuni concetti si sono fatti largo tra i meandri della mia mente: ciò che accadrà di li a poco sarà soltanto la resa dei conti per quello che abbiamo combinato in città nei giorni scorsi. Una civiltà progredita capirà senz'altro che la nostra esuberanza ci ha messo nei pasticci ma che la nostra volontà era del tutto scevra dal voler arrecare danni a qualcuno, anzi, semmai l'esatto opposto. Ormai viviamo a Brindenford
da più di un mese e iniziamo a integrarci nella comunità, quello che possiamo dare alla cittadina è sicuramente un'aiuto a superare questi momenti buii e a slanciarsi verso il futuro. Il mio dubbio semmai è se le persone che dovranno giudicarci stasera saranno libere da pregiudizi e se i loro pensieri saranno troppo chiusi o retrogradi per esprimere un giudizio sensato. E' per questo che mentre entro in questa grande sala con un enorme tavolo a forma di ferro di cavallo e mi ritrovo a cercare negli occhi dei miei giudici un appiglio, noto invece lo sguardo bieco di Sirius. Tronfio della mia spavalderia incrocio le braccia e dopo aver osservato la punta dei miei piedi per alcuni interminabili attimi rispondo a Anra Saddana fissando però Sirius negli occhi: "Questa seduta non è abbastanza grande per tutti, chiedo di poter provvedere di mio pugno" e detto questo, dopo aver rassicurato con una piccola scossa della testa il nano che già mi fissa torvo, estraggo dalla bocca della borsa che porto a tracolla un piccolo sgabello di ciliegio sul quale mi siedo."

Nard

Nonostante il suo tipico aplomb Nard è sembrato inquieto durante tutta la giornata, nel pomeriggio ha addirittura rotto una corda del liuto mentre lo stava accordando, tuttavia appena gli eroi accedono alla Gathering Hall il volto di Nard sembra nuovamente disteso, forse grazie ad un grande sforzo di dissimulazione.
Anra Saddana esorta gli eroi a sedersi e Nard compie un piccolo inchino, come segno di rispetto e reverenza nei confronti del Concilio, dopodichè siede in modo composto accanto ad Ombra e Jarym.
Lo sguardo di Nard si posa spesso su Whedon Rasholt e Vimble Mirhoffal, per cercare di intuire se questi individui sconosciuti al gruppo si dimostreranno ostili o amichevoli.

Le accuse

In pochi secondi vi trovate sistemati, pronti ad ascoltare quello che il Consiglio ha da dirvi. Non è difficile per nessuno di voi notare lo sguardo sbigottito di Sirius e le teste di alcuni dei membri che scuotono, alcune accompagnate da sorrisi altre da espressioni severe.
"Sono dei buffoni!" sbotta Sirius battendo la grassa mando aperta sul tavolo quando Pierre poggia il suo panchetto in terra e vi si siede.
"Dei maledetti buffoni venuti qui solo per portare rogne! E adesso si prendono gioco di noi. Miei paria, non possiamo permettere che degli stranieri facciano questo ai reverendi Anziani! E' nostro preciso dovere scrivere a chiare lettere nella storia di Brindenford che non accettiamo questi comportamenti e che il nostro polso sarà saldo nel punire questi scellerati!"
"Meraviglioso, Sirius, tutti noi sapevamo già come la pensavi riguardo agli avventurieri. E ora lo sanno anche loro: ti ringrazio per aver infranto il protocollo al quale sembri tenere tanto."
Sbalorditi (e nel caso di Pierre in modo molto malcelatamente divertito) posate gli occhi sulla sorgente di questo commento così tagliente eppure pronunciato con voce monotona e seria: Anra Saddana. Una donna sulla 40ina dai capelli scuri e mossi portati corti, dal comportamento serio e con gli occhi verdi che rispecchiano una mente brillante.
Poi Anra, noncurante dello sguardo indignato di Sirius, prosegue "Il Consiglio degli Anziani richiede la vostra presenza perchè a numerosi di noi sono giunte segnalazioni di turbative della tranquillità cittadina e reputo necessario chiarire gli avvenimenti con gli interessati".
Mentre il Sindaco di Brindenford legge queste parole da alcuni fogli di pergamena davanti a lei finalmente abbassando quello sguardo magnetico e intollerabile, cogliete l'occasione per esaminare i membri del Consiglio.
Sirius è evidentemente furibondo e continua a fissarvi sbuffando come un grasso toro. Val Donage sembra abbastanza indifferente e a stento alza lo sguardo dal suo taccuino sul quale sta scrivendo con una piuma marrone e bianca. Rasholt è molto accigliato, siede a braccia incrociate con la schiena appoggiata al massiccio sedile in legno di noce e fissa Ombra del Vento in particolar modo. Erro è ormai un libro aperto: è teso e esattamente come voi sta sondando in resto del Consiglio. La minuta figura di Madre Gellow quasi sparisce nella grossa sedia ma il suo sguardo intenso vi fa capire che l'anziana donna ha tutto il diritto si sedere al suo posto. Silitta dal canto suo ha una mano appoggiata allo schienale della Madre e tiene lo sguardo basso, come imbarazzata.
Quando Sirius e Anra hanno battibeccato perfino l'hafling Vimble ha smesso di parlare con Piven (che ora quasi sonnecchia in disparte sotto lo sguardo ironico dell'elfo che lo accompagnava) e adesso alterna sguardi affascinati tra voi, il sindaco e il corpulento mercante.
Anra va avanti a leggere le sue note con un sospiro: "Reiterato utilizzo incauto di pratiche magiche arcane e divine per interessi personali e talvolta a danno della comunità o dei singoli. Assalto e furto di una chiatta da traino della Gilda dei Tronchisti, qui rappresentati dal loro Mastro di Gilda, il signor Rasholt con ferimento di un Tronchista. Furto e distruzione di un carro di proprietà di Lord Sirius Craddok generosamente in uso ad un suo dipendente. Procurato allarme -mai comprovato- di invasioni da parte dell'Orda Bestiale dal sud. Mancato adempimento ai doveri civici punitivi decisi dallo Sceriffo Erro, per quanto attenuati dalla presenza di licenza ottenuta, leggo qui, per sfinimento". Il Sindaco termina l'imbarazzante elenco e vi guarda con espressione esasperata.
"Dea Madre, che macello! Adesso spiegatevi e badate di essere convincenti"

Ombra

Ombra ascolta attentamente le accuse pronunciate dalla donna…e pur mantenendo fiero lo sguardo verso i presenti sente di arrossire quando Anra parla del danno alla chiatta. Di quest'accusa il gigante si sente unico e solo responsabile. Ha perso l'onore in battaglia, ma non è intenzionato a perderlo in un processo in cui sono coinvolti i suoi amici per causa sua. Quindi con una forza d'animo che spesso ha incanalato in combattimento si alza in piedi e rivolto al Consiglio:
"Ombra del Vento chiede perdono a Gilda di Tronchisti e a messer Rasholt per danno arrecato a chiatta e a suo trasportatore. Solo Ombra responsabile di questo. Anche se dovuto a ignoranza su usanze di città Ombra si dichiara colpevole di questa accusa. Ed è pronto a pagare per quello che ha fatto. Ma amici di Ombra non essere coinvolti in questa vicenda."
Poi osserva i propri compagni, restando in piedi, quindi affrontando i membri del Consiglio passandogli in rassegna con lo sguardo. Ha paura nel profondo del suo cuore. Paura che ancora una volta i suoi gesti possano aver compromesso il futuro dei suoi amici.

Faerun

Provando un moto di orgoglio nel sentire le parole di Ombra, consapevole che in minima misura i lunghi e interminabili sermoni e ammonimenti, avevano fatto breccia nell'animo semplice, ma in fondo buono dell'enorme umano, Faerun chiede la parola. Ad un impercettibile cenno di Anra Saddana, il nano con voce ferma e chiara, facendo due passi verso Ombra e invitandolo con la mano a sedersi di nuovo, dice: "Provo vergogna per gli eventi legati al furto e alla distruzione di oggetti della comunità. Ancora di più per le ferite riportate da membri innocenti. Se con il lavoro o in altro modo sia possibile fare ammenda di quanto avvenuto, sono, non solo disposto, ma anzi ansioso di cancellare quest'onta sul nome dei miei avi. Se Ombra del Vento ha agito in modo sconsiderato, tutti noi, me compreso, siamo responsabili del suo comportamento, perchè sapevamo che la cultura del barbaro era distante dalla nostra visione civile del vivere in comunità. Ciò nonostante non siamo stati in grado di controllare e mitigare le sue azioni in quella circostanza."
Gli occhi di Faerun passavano in rassegna i membri del Consiglio dicendo questo. Fermandosi sulla figura accigliata dello sceriffo e fissando lui in particolare, prosegue in tono via via più concitato: "Viste queste premesse, è comprensibile che la fiducia in ciò che diciamo, sia minata dalla brutalità delle nostre azioni. Ma che crediate o meno alle nostre parole, il pericolo che incombe su Brindenford è reale e imminente. E se non verranno prese tutte le misure necessarie, di questa bella cittadina, non rimarrà che un cumulo di macerie e i lamenti degli orfani."
Dopo un profondo respiro per schiarire le guance arrossate dal suo stesso discorso e ricomponendosi, conclude utilizzando una formula di rito nanica, tradotta goffamente con:"Ringrazio gli Anziani di avermi concesso di parlare." E torna al fianco sinistro della panca a braccia incrociate.

Jarym

Jarym che era intento a fissare un punto lontano dietro la testa di Sirius, pensando a sopportare il fastidio dell'armatura, ritrova improvvisamente interesse per il processo alla lettura dei capi d'accusa. Guarda con meraviglia e divertimento il gruppo artefice di tutte quelle malefatte. Un gruppo che non credeva potesse compiere tutti questi misfatti. Poi torna a fissare sirius ma stavolta con lo sguardo pieno di orgoglio e di sfida. Evita comunque di proferire parola per adesso, ma pensa che forse non sarà così noioso o scontato questo processo.

Ephran

Ephran si alza e dopo un inchino con uno sguardo chiede la parola ad Anra.Non ama parlare molto perchè sa che non è quanto si dice ma cosa che fa capire la saggezza di una persona:"Faerun ha ragione,la colpa non è solo di Ombra,noi non siamo certo stati un buon esempio da seguire;ma ho imparato che invece di cercare scuse per azioni negative compiute in passato è bene cominciare ora ad agire positivamente.Sono qui per questo,per rimediare ai miei,nostri errori"e dopo un nuovo e più profondo inchino torna a sedersi a gambe incrociate accanto alla panca toccando con le dita della mano destra il pavimento,il palmo rivolto verso il consiglio,come gesto per provare la sincerità delle sue parole e l'adempimento di quelle che saranno le loro decisioni.

Pier

Me ne resto fermo qui, sul mio sgabello di ciliegio mentre i miei compagni si arrampicano sugli specchi. Se chiudo un'attimo gli occhi posso perfino sentire lo stridio delle loro unghie che scivolano sul vetro. Come ho fatto a mischiarmi con tale marmaglia? Eppure l'affetto mi lega a loro, anche a Jarym, l'ultimo arrivato. Qualcosa di forte fa svanire lentamente quella sensazione di disprezzo che ho sempre provato nei confronti di quelli che mi sono sempre girati attorno. Forse sto cambiando, forse l'intelletto e un fisico meraviglioso non sono tutto nella vita. C'è dell'altro! L'amiciza conta di più di tutto questo e adesso è chiaro, devo tirar fuori il meglio di me per toglierci da questa situazione. Potrei tranquillamente tirar fuori un
paio di argomenti per lasciare il gruppo alla balia del suo destino ed andarmene a cercare fortuna da solo o con una nuova compagnia ma… incredibile! Voglio andare avanti con loro.. anche col Nano, nonostante la sua.. bah "cocciuta nanità". Saranno anche esseri inferiori che sprecano il loro tempo guardando il volo sconclusionato delle mosche ma devo ammetterlo. Gli voglio bene! Basta, adesso intervengo…
"Signori del consiglio…" esordisco mentre mi alzo in piedi e tiro fuori dalla borsa dei libri con la copertina rossa "tutti o quasi hanno detto la loro, di fatto non dicendo niente! Spero che mi capiate quando vi dico che tenere a bada un branco di tali cialtroni" sorrido e ammicco ai compagni "è un'impresa tutt'altro che semplice. Voglio però spezzare una lancia a loro favore. Alcuni di essi mi sono compagni da tempi immemori, come Ephran, altri li ho conosciuti soltanto da poco, ma TUTTI si sono sempre rivelati un'ottima spalla in combattimento e spesso sono riusciti a frenare la mia irruenza, senza contare il lavoro che tutti stiamo facendo per "civilizzare" l'omaccione qui al centro della panca" dico, battendo la mano sulla possente spalla fasciata di Ombra del Vento. "Le vostre accuse sono giuste e motivate ma vorrei porre al giudizio delle vostre signorie che sebbene noi tutti sappiamo che verremo puniti e che dovremo, in un modo o nell'altro, pagare per i nostri errori, ci siamo presentati al cospetto di codesta giuria, senza timore e pronti al giudizio. Da quando ci siamo stabiliti a Brindenford i nostri costumi stanno cambiando, io stesso ho abbracciato la fede degli Dei del Fiume e Enaul guida il mio progredire sulla strada della civiltà…" sto parlando tutto d'un fiato, faccio un respirone e guardo i miei compagni in attesa di un cenno prima di andare avanti…

Ephran

Ephran su"branco di cialtroni" si gira di scatto verso Pierre e subito dopo aver guardato nei suoi occhi accenna un sorriso e resta in attesa di dove vuol andare a parare il suo amico…

Ombra

Ombra sedutosi su indirizzo del nano ascolta con attenzione le parole dei suoi amici…come sempre resta un po' interdetto dalla piega che ha preso il discorso di Pier, e si perde quando questi comincia a parlare sussultando quando il mago declama di voler spezzare delle lance o di essersi cambiato di costume assieme agli altri…è confuso da queste affermazioni, ma confida che Pier li tirerà fuori anche da quella situazione…in fondo è stato lui a guidarli sani e salvi fuori dalla prigione del Santo Rosso nonostante fosse preda di una follia magica… Certo comunque che ci sarà un prezzo da pagare per i misfatti e pronto a versarlo, nel momento in cui Pier si ferma a guardarlo comincia ad annuire con solennità stando al suo gioco…

Jarym

Anche jarym annuisce all'indirizzo del mago guardandolo negli occhi, poi torna a fissare il suo bersaglio preferito.

Pier

Un rapido scambio di cenni, un piede che prima batteva impaziente ora si ferma. Sono qui di fronte a questa strana giuria composta dalle più alte cariche della città. Gonfio il petto e tiro fuori la mia arringa difensiva, pronto a controbattere in legalese. Anche se dubito che le leggi del Santo Rosso abbiano ancora una qualche sorta di valenza sono comunque ciò che più si avviciniza a una giustizia assoluta e imparziale. Proprio quello di cui abbiamo bisogno: "Signori del Consiglio, Signora Sindaco. Il mio mestiere non è quello di difendere gli imputati e quindi vi chiedo scusa anticipatamente se non riuscirò ad esprimermi come il caso vorrebbe. Come dicevo poc'anzi il gruppo, che io guido ormai da più di un mese, si è imbattuto in strane scorribande nei pressi delle rovine del castello di Chordille. In un primo tempo ci siamo spinti per mera curiosità e per bramosia di avventura, poi però andando a fondo ci siamo resi conto che dietro agli eventi capitatici c'era spesso uno schema. Qualcuno o qualcosa si sta impadronendo delle rovine dell'Antro, cultisti di una dottrina demoniaca si annidano nei livelli sotto alla prigione di Azassarah. Nei primi due livelli abbiamo incontrato seguaci del Dio Bestia intenti a colonizzare quel che resta del castello. Questi incontri ci hanno portato molti disagi ma soprattutto li ha portati alla comunità di Brindenford. Gli incontri nei livelli più di superficie ci hanno spesso indeboliti, confusi, destabilizzati e i nostri comportamenti
sono stati dettati spesso da una leggera vena di follia incontrollata. O meglio… indipesa dalle nostre volontà. Il mio gruppo si è esposto a duri scontri, malattie, maledizioni… sempre senza chiedere niente in cambio alla vostra comunità se non accoglienza e rispetto. Secondo il Terzo Volume della Legge Universale di Azassarah, prelevato direttamente dalla sua biblioteca personale e che ho qui con me" dico, appoggiando la mano sul tomo dalla copertina rossa "coloro che mettono
a repentaglio le proprie vite per un bene più grande al servizio della comunità godono del rispetto e dell'accoglienza della comunità stessa.Rispetto che alcuni di Voi non ci hanno mai concesso, dettato dai pregiudizi che alcuni membri della comunità muovono verso gli avventurieri." e mentre lo dico guardo in tralice Sirius" Voi ci chiedete le prove di quello che sto dicendo? Bene, eccovele." E con fare dispregiativo estraggo dalla borsa la testa del Gigante ucciso sulle scalinate del primo livello e la faccio rotolare al suolo, di fronte al tavolo a ferro di cavallo. Poi mi avvicino al tavolo e con tono severo mi rivolgo a Madre Iris e Silitta: "Se non bastasse ecco quello che sta succedendo alla spada con l'anima del Paladino" e dal porta pergamene tiro fuori la pagina che già ho fatto vedere ad Erro, sorridendogli. "Domando scusa per le nostre scorribande e dico a nome del gruppo che siamo disposti a pagare per i danni arrecati, sia monetariamente che con il servizio. Vi faccio però notare che la situazione è più grave di quanto possa sembrare e forse noi siamo la vostra speranza più viva di tire le fila del casotto che sta succedendo là sotto! Abbiamo sempre riferito ad Erro ciò che abbiamo scoperto… adesso vorrei sapere come si mette la faccenda…". E pronto a ricevere le ovazioni dei miei compagni mi siedo di nuovo sul panchetto, accavallando le gambe.

Jarym

Dopo un breve applauso dico: "ben detto, capo!"

Nard

Nard ha atteso pazientemente che i suoi compagni parlassero ed è lieto di sentire che ciascuno di loro è disposto a prendersi le proprie responsabilità, ma anche a rivendicare il proprio diritto ad esistere come gruppo. Forse agli occhi di questo Consiglio sembriamo una banda di pazzi pericolosi, ma in cuor mio so che i miei compagni non hanno intenti malvagi ed un fortissimo sentimento di amicizia lega ognuno di noi.
Nard sente il bisogno di sfruttare tutta la sua diplomazia per mitigare l'irruenta arringa di Pier, che ha condiviso sicuramente nei contenuti ma un po meno nei modi.
Non appena Pier accavalla le gambe Nard si alza in piedi: "Onorevoli membri del Consiglio" e mentre pronuncia queste parole fa nuovamente un piccolo inchino, "come voi sapete sono Nard Callowstone, figlio degli Elfi del Nord ma da anni residente in questa amata città. Ho un grande debito di riconoscenza nei confronti di Brindenford e dei suoi onesti cittadini, che mi hanno accolto e non mi hanno mai negato la loro amicizia, anche dopo il triste periodo dell'attacco degli Elfi del Nord" e mentre lo dice abbassa leggermente la testa e chiude gli occhi, come gesto di compassione "per questo motivo potete esser certi che nessuna delle mie e delle nostre azioni è stata intrapresa con finalità malvage o distruttive nei confronti di Brindenford.
Siamo disposti ad assumerci le nostre responsabilità, e lo dimostra il fatto che siamo qui davanti a voi, e a pagare di nuovo per gli spiacevoli episodi di cui siamo imputati, ma di fronte a queste prove schiaccianti" e indica la testa insanguinata del gigante "il Consiglio non può assolutamente continuare ad ignorare i pericoli che corre Brindenford: l'Antro del Drago è un luogo troppo vicino e troppo oscuro per continuare a far finta di niente.
E' inutile fare la guardia alle rovine del castello e sperare che niente di potenzialmente letale esca fuori… o entri dentro! Prima o poi succederà qualcosa che romperà i delicati equilibri interni dell'Antro, mettendo a rischio tutta Brindenford, e in quel momento potreste rimpiangere di non saperne abbastanza e di non aver fatto niente per bloccarlo prima. Bisogna 'fare pulizia' e raccogliere più informazioni possibile, per essere sempre preparati al peggio, e che vi piaccia o no Noi siamo gli unici che hanno il coraggio e la determinazione per poterlo fare… Io e i miei compagni ne rivendichiamo il diritto. Concludo ringraziandovi per il tempo concesso e umilmente mi rimetto al Vostro giudizio".
Detto questo Nard torna a sedersi compostamente.

L'asso nella manica di Erro

Un breve scambio di sguardi tra i membri del Consiglio degli Anziani poi Whedon Rasholt scioglie la sua posa pensierosa, appoggia le mani sui braccioli e inizia: "Hm, credo che l'Elfo abbia ragione. Come ha detto lui stesso, non possiamo fidarci di questa gente. Il suo è un popolo di assassini che si nascondono, piuttosto letteralmente, dietro i fili d'erba. Cospiratori e falsi si accompagnano a creature infide" e fa un gesto verso di voi "che non hanno rispetto per le civiltà. I mezzosangue, poi, hanno preso il peggio di entrambe le razze: quella specie di ceffo non ha fatto altro che fissare gli Anziani con evidentissimo odio e intento omicida: è un sicario! L'altro, il loro capo, ha sbraitato come un pazzo e infine ci ha lanciato una testa di un Ogre, come se questo spiegasse tutto!"
Si volta verso Pierre e fa, con aria canzonatoria "Oh grazie, Signore, adesso è tutto molto più chiaro". Poi torna ad un registro decisamente più agitato "E vogliamo parlare del fatto che eccetto una testa mozzata e un sozzo foglio non hanno prodotto nessun elemento concreto? Vogliamo notare che ai loro occhi aver avuto la coscienza di presentarsi qui è già di per sè stato un comportamento notevole, dal momento che tutti loro hanno così tanto premurosamente tenuto a farcelo notare?! Beh, cari miei lasciate che vi dica che dopo tutto quello che avete fatto E' SOLO IL MINIMO!" conclude battendo il palmo sul bracciolo.
Dalla vostra destra una voce sommessa: "Mastro, perché non teniamo le questioni di razza al di fuori di questa seduta? I nostri popoli sono in pace, ora, e questi giovani non hanno colpe per i misfatti del passato".
"Sta zitto, tu! Se non sei parte del Consiglio non hai diritto di parlare!" replica Whedon all'Elfo seduto accanto a Piven.

Silitta, che nel frattempo era venuta da Pierre a prendere di persona il foglio che stava brandendo, sentendo queste aspre parole trasalisce e fermandosi solo per in attimo, fissa dritto negli occhi Whedon Rasholt con evidente e profondissima disapprovazione. Poi prosegue portando il foglio a Madre Gellow.

Vimble Mirhoffal, trovandosi nel mezzo alla traiettoria delle repliche di Mastro Rasholt si schiarisce la voce e sorridendo un po' impacciato comincia: "Sù, sù, Whedon, che c'entrano i nostri padri?"
Poi prosegue sopperendo all'impaccio con la sua scioltissima parlantina: "Non fare lo sciocco! Prima di tutto sai bene che, se non fosse per Tenebrynn, il Turant Alto sarebbe un luogo pericoloso e dovremmo pagare cifre elevatissime ai mercenari per poter muovere meno della metà dei tronchi che muovi ora".
Probabilmente Whedon vorrebbe replicare, ma Vimble è inarginabile e non lascia il minimo spiraglio all'omone dalla barba nera.
"La testa del gigante potrà non essere abbastanza per te, ma sono convinto che il nostro sceriffo Mansan saprà che farsene. Se tu fossi più abituato a guardare le persone e meno i tronchi ti saresti accorto che ha cambiato espressione! E ad ogni modo, Whedon, perchè tanta diffidenza? Se quello che dicono questi gentiluomini è vero allora è nostro preciso dovere prepararci ad accogliere altri avventurieri come loro: ampliare negozi, espandere le nostre taverne e a tempo perso magari erigere una palizzata nelle strade più larghe per… difesa." Riprende fiato facendo un vago gesto con la sinistra. "Se poi l'Antro non sta venendo occupato da mostri o… uhm, mostri, beh almeno avremo dato una bella svecchiata alla città!"

Il successivo a prendere la parola è proprio Sirius Craddock, che con un ampio sorriso nei vostri confronti, si volta verso gli altri Anziani e aprendo le braccia dice: "Sono stato impulsivo, ho attaccato questi giovani solo perché li ho fraintesi! La colpa è mia, non loro. Sono anche d'accordo con il mio saggio fratello, Messer Mirhoffal nel dire che, qualora avessimo le appropriate certezze dovremmo investirte tutte le nostre risorse per preparare Brindenford. E sono d'accordo con i nostri amici" indicandovi "che solo loro sono abbastanza coraggiosi da andare ad indagare in quel luogo così tremendo e pieno di insidie. Tuttavia non possiamo dimenticare i danni arrecati alla comunità e al nostro confratello, Mastro Rasholt e non possiamo nemmeno mandare dei così baldi giovani allo sbaraglio senza ulteriori certezze riguardo alla presenza di pericoli". Sirius si ferma, con aria afflitta e pensierosa e affonda il suo mento nella mano.

"Nel solo interesse della protezione della città: io ho un testimone che conferma quanto detto". Con grande stupore del Sindaco Saddana è stato proprio l'uomo alla sua destra a parlare: Erro Mansan. "Signori del Consiglio, ho ritenuto mio dovere cercare conferma di questi come di altri sospetti. Ho ingaggiato un uomo che avesse le capacità per trovare le tracce dell'Orda e questi non ha fallito. Lasciate che lo introduca e che possa confermare con la sua voce."
Tra i lievi brusii scambiati tra Vimble e Piven, Silitta e Madre Gellows, Erro si alza e con una decina di passi sicuri arriva alla porta, la spalanca e fa entrare un uomo alto e magro, dal muscoli in perenne tensione. Il capello castano-rossastro e incornicia il volto non certo lindo di un uomo sulla 25ina, il cui più evidente fagotto è un grosso arco tenuto a tracolla.
"Vi presento Boar. Qualche giorno fa si è imbattuto in una pattuglia dell'Orda Bestiale dei quali si è liberato. L'ho incontrato che vendeva le pelli di 5 goblin e 3 gnoll al mercato. Ho pensato che avrebbe potuto aiutarci ed ha fatto un bel lavoro. Vero Boar?"

"Mh".

Ombra

Ombra ascolta le parole del Consiglio ed arrossisce vistosamente in un misto di vergogna e rabbia alle frasi di Rasholt… vergogna per le colpe manifeste e rabbia per le offese gratuite all'indirizzo dei propri compagni…la mano enorme che stringe forte il bordo della panca di legno. Poi alle parole di Sirius gli occhi si spalancano per la sorpresa dovuta all'indulgenza del mercante…forse era stato precipitoso nel giudicarlo…infine all'ingresso di Boar, Ombra lo osserva attentamente chiedendosi se questi avrebbe giovato alla reputazione del gruppo o se avrebbe messo in luce solo le loro mancanze….

Faerun

Faerun, ascolta lo sproloquio di Pier con gli occhi ben saldi sul consiglio per cercare di carpirne gli effetti. Non approva i toni e il fare del mago, ma non è questo il momento di dividersi in fazioni, così sta immobile ad osservare la testa dell'ogre che rotola. E poi in sostanza, scremando le parole di Pier della sue manie di onnipotenza, quello che resta è la pura verità. La reazione del consiglio è chiara… I vecchi rancori interaziali sono duri a cadere e la composizione del nostro gruppo non è certo ben vista dal capo dei Tronchisti. Ma le prospettive di un maggior guadagno, rendono tutti e in particolare Sirius, un po' più ben disposti a credere alle nostre parole. Ed adesso Erro fa comparire questo testimone dalle cui parole il consiglio trarrà le sue considerazioni. In attesa che gli si sciolga la lingua, tormento con le unghie, una ciocca ripelle di barba…

Nard

Nard, sulle prime parole di Whedon, si morde il labbro inferiore e si sforza di rimanere impassibile. Forse non è stata una buona idea rammentare la storia dell'attacco degli Elfi, ma daltronde era logico aspettarsi che il capo della gilda dei loggiatori fosse suscettibile sull'argomento: la reazione degli Elfi del Nord infatti fu causata dall'avidità dei boscaioli, e la gilda dei loggiatori ha avuto una grossa responsabilità in tutta quella vicenda.
Man mano che Whedon prosegue nel suo delirante intervento Nard percepisce che la tensione dei suoi compagni sta aumentando, Ombra accanto a lui sta quasi per spezzare la panca su cui siedono, per questo motivo poggia il palmo della mano sul dorso di quella del barbaro, quanto basta per distrarlo e fargli allentare la presa sulla panca.
L'intervento di Vimble è provvidenziale. Oltre ad azzittire Whedon e i suoi deliri razzisti Vimble sembra ben disposto nei nostri confronti, anche se l'halfling sembra agire esclusivamente per il proprio tornaconto economico.
Nard non riesce a nascondere la propria sorpresa alle parole di Sirius e rimane per qualche secondo ad occhi spalancati. Non si aspettava un così repentino cambio di posizione da parte del grasso mercante, che in pochi minuti è passato dal chiamarci maledetti buffoni a definirci amici.
Quest'uomo non mi convince affatto e osservo incuriosito i miei compagni per capire se anche loro la pensano come me.

Ephran

Ephran alle parole di Whedon non cambia nè atteggiamento nè espressione in quanto troppo impegnato a pensare a come fargliela pagare;è come se lo fissasse ma in realtà sta solo immaginando come fargli un torto senza che nessuno possa riaslire a lui.Alle parole di Vimble,invece,si riprende da questi oscuri pensieri che scaccia via furibondo con se stesso e rimane colpito sopratutto da Sirius,dal cambio di opinione,e girandosi verso l'amico elfo Nard capisce che anche lui è sospettoso nei suoi confronti.Poi si gira verso Pierre accennando un sorriso,è convinto che sia grazie a lui che il vento sia girato a loro favore,che sia riuscito a toccare le corde giuste di questi avidi uomini che non pensano altro che ai beni terreni e torna a guardare il consiglio con gli occhi di chi prova pietà per loro(ndr:chiaramente solo per Vimble,Sirius,Whedon..) e con la curiosità di sapere chi sia e cos'abbia trovato questo Boar.

Pier

Stupidi, se Brindenford è in difficoltà ora so a chi imputarne le colpe. Questo consiglio cittadino andrebbe riformato almeno per metà! Ci vorrebbe uno come me a consigliare Anra… Rasholt è un'idiota, vorrei trasformarlo in un elfo e farci sopra quattro grasse risate! Chissà se sarebbe ancora di quest'idea! Io mezzosangue che ho preso il peggio da tutte e due le razze? Ma se ho una mente brillante e un fisico che quest'uomo mai si sognerebbe di avere! Ho voglia di interromperlo, ora dico la mia… il mio labbro inferiore tremola e la voce non esce! E' spezzata come quella di un bambino che non riesce a replicare alle cattiverie di un coetaneo. Improvvisamente sento uno scricchiolio alla mia destra, la mano di ombra è ben salda
sul bordo della panca di legno, troppo salda. Deglutisco, spero che qualcuno fermi Rasholt altrimenti Ombra gli staccherà un orecchio con un morso, in pieno alla sua incontrollabile e furibonda ira! Sospiro con sollievo quando Vimble Mirhoffal interrompe il suo sproloquio. L'halfling ha una parlantina scioltissima, nessuno riesce a fermarlo e comunque le cose che dice non son prive di senno, anche se le sue parole sono dettate da interesse quello che propone di fare a Brindenford è sensato e potrebbe portare beneficio anche al nostro gruppo.
Ma Sirius continua a non convincermi! Il suo repentino cambio di idee, l'esser passati da un pericolo ad essere i suoi migliori amici! Dobbiamo essere attenti e osservare i movimenti di quest'uomo, se ci dovesse succedere qualcosa all'interno del Delve lui potrebbe glorificarci e far contento il popolo e nel frattempo continuare i suoi loschi affari. Sono sempre più convinto che abbia qualcosa a che fare con i movimenti di Setaraghos, le sue idee sembrano cambiate appena ho tirato fuori il pezzetto di pergamena…

La sentenza

"Boar, potresti dire al Consiglio quali sono le tue conclusioni riguardo all'Orda Bestiale?" riprende lo Sceriffo di Brindenford tornando a sedersi. L'uomo che Erro ha chiamato Boar si ferma qualche passo davanti a voi e parla rivolto verso gli Anziani con voce annoiata come recitando a mente una preghiera o una filastrocca: "Una dozzina di truppe di goblin, gnoll e orchi si spostano nei dintorni delle rovine, secondo me battono il territorio in cerca di cibo, ma sono degli incapaci. Più vicino a Brindenford ho trovato tracce di due gruppi di worg e goblin".
Il famoso sorrisetto che ha fatto la fortuna di Erro si dipinge sul suo volto.

Appena finito il (decisamente succinto) intervento di questo Boar il Lord Sindaco Saddana riprede la parola, rivolgendosi proprio al nuovo arrivato: "E di che distanze stiamo parlando?"
Erro spalanca gli occhi ed è lesto ad introdursi nel discorso rispondendo con un tono abbastanza alto da coprire quello di Boar, che risulta solo parzialmente udibile.
"Abbastanza vicini perchè sia il caso di preoccuparci, mia Signora!"
"Non mi … donna".
Immediatamente dopo Erro si rivolge nuovamente all'uomo: "Bene, Boar, puoi aspettare fuori dalla sala, grazie per le tue preziose parole".
"No, credo che mi siederò qui. Voglio sentire come finisce. Da fuori si sente poco e mi pare interessante" risponde Boar mentre si fa spazio accando ad Ombra del Vento.
Lo sguardo sbarrato di Erro parla più di mille parole e il più anziano dei Consiglieri, Madre Gellows, coglie il momento di imbarazzato scompiglio per introdursi nella discussione: "Fratelli, abbiamo tutti dimostrato il nostro attaccamento alla nostra comunità. Sento che Vune desidera che ognuno di noi faccia la sua parte: voi - indicandovi con un dito ossuto - continuerete a pattugliare l'Antro, salvo nuovi ordini da parte Nostra. Ma tu - abbassa il dito e guarda Ombra dritto negli occhi - dovrai estinguere il tuo debito con Brindenford poiché non hai completato il tuo cammino e la tua strada è lunga. Sarai Mano di Vune un mese ed un giorno".

Passano i secondi silenziosi in attesa che qualche altro Anziano completi la sentenza poi il Sindaco Anra Saddana si alza facendo stridere il pesante trono sulle assi del pavimento. Con atteggiamento solenne, che sembra venirle così naturale, vi dice: "Questa è la decisione inappellabile del Consiglio degli Anziani. Io, Anra Saddana, Sindaco di Brindenford e Primo Portavoce del Consiglio dichiaro terminata questa audizione". Terminate queste parole gli i Consiglieri si alzano quasi all'unisono e, uno dietro l'altro escono dalla porta.

Nella stanza rimangono solo Erro e Boar. Dopo qualche secondo di attesa anche Silitta Ederus rientra nella sala.

Ombra

Ombra osserva il nuovo arrivato sederglisi accanto, quindi le parole di Anra lo investono in pieno…ecco giunta la punizione…lasciare i suoi compagni avventurarsi nell'antro senza di lui… Ma egli finalmente può sdebitarsi con Brindenford per i propri crimini anche se commessi per ingenuità…riflette il gigante con orgoglio…così potrà di nuovo camminare a testa alta recuperando in parte l'onore perduto. Poi si volta e guarda i suoi compagni…gli amici con cui ha condiviso vittorie e sconfitte, Faerun, il nano che spesso lo ha guidato con la propria saggezza, aiutandolo a rialzarsi da terra nei momenti bui. Pier, il singolare e potente mago, fonte di dubbi e di certezze, grande stratega ed asso nella manica. Ephran, il nobile ed onorevole
monaco, che è servito da esempio quando la strada da seguire si faceva oscura nel suo cuore. Nard, l'allegro ed educato bardo, sorgente d'ispirazione e conoscenza, la cui musica allietava la sua mente nello sconforto. Jarym, allerta e vigile in ogni situazione e forgiatosi nel sangue delle battaglie come fratello d'armi, istintivamente in sintonia con il suo spirito guerriero.
Così, senza rendersene conto, gli occhi del gigante si riempiono di lacrime, ma non si vergogna della loro presenza…è il giusto tributo dovuto all'amicizia dei suoi compagni…e mentre gli altri lo osservano con un filo di voce li apostrofa con un filo di voce:"Grazie…"

Jarym

L'udienza è stata più breve del previsto e la sua conclusione lascia jarym pieno di domande. Era veramente necessaria quella pietosa messa in scena per far capire al consiglio che l'orda è un pericolo reale? Qual'è il motivo dell'improvviso cambio di idea di Sirius? Non poteva il consiglio lasciarci fare quello che già stavamo facendo (che poi è quello che ci hanno "ordinato" di fare)? Perchè punire solo Ombra e perchè il fiero barbaro si sottomette a questa decisione arbitraria? A tutte queste domande darà una risposta in seguito, la cosa più importante in questo momento sono le lacrime di Ombra. Jarym da' un ennesima pacca sulla spalla dell'amico e dicendo: "E' stato bello combattere al tuo fianco, la tua mancanza in battaglia sarà pesante, ma vedrai che riusciremo a cavarcela come al solito. Siamo noi a doverti ringraziare, noi e tutta la città di Brindenford…"

Faerun

E così il giudizio è stato emesso…
Mitigato forse, dalla strenua difesa di Pier e dalle nostre azioni, è comunque un duro colpo al nostro gruppo, privato al contempo di un braccio ineguagliabile in battaglia e di un amico fidato e fedele.
Mi avvicino ad Ombra e gli stringo con forza l'avambraccio in segno di comprensione e rispetto. Il senso di perdita è enorme.
Ciò nonostante, il barbaro sotto la guida di Vune e di madre Gellow, porterà a termine il suo cammino e forse troverà la via per redimersi Di questo sono convinto e per questo le uniche parole che riesco a dire sono: "Ombra del Vento, per quello che vale, ai miei occhi tu sei sempre stato e sempre rimarrai un guerriero d'onore, oltre che un caro amico."

Qui termina il diario di Faerun e inizia Il racconto del bardo

La fresca serata estiva faceva attardare i giovani intorno ai fuochi della piazza. I vecchi erano già a casa, o chiusi nella penombra della taverna a bere l'ultimo bicchiere, mentre l'oste continuava imperterrito a pulire l'ultimo bicchiere, che insisteva a mantenere una patina oleosa sul bordo.
Un uomo, forse più giovane di ciò che mostrava, dal suo tavolo, si rivolse ad un angolo buio dell'osteria, dicendo:
“Dai vecchio cantastorie, non startene seduto lì in disparte a fare la polvere, unisciti a noi e allieta questa bella serata con uno dei tuoi racconti strampalati”.
Dall'angolo buio, senza fare più rumore di quello che farebbe un'ombra su un muro, si avvicinò al tavolo un'esile figura, che dimostrando una gran fatica, spostò una sedia vicino al tavolo.
“Una storia dici? Sai tu cosa vuol dire intessere trame, colpi di scena che strappano esclamazioni di entusiasmo, scene eroiche che invitano a scendere una lacrima, o a far gonfiare il petto d'orgoglio, solo nell'assistervi? No mio caro amico, tu saprai il momento in cui la messe deve essere mietuta e che cosa significa la prima brezza autunnale, ma sei ben lungi dal capire le sottigliezze di una storia ben raccontata.
Ciò nonostante, è tanto tempo che vorrei raccontare questa particolare serie di accadimenti. Ho studiato a lungo carte sepolte nel tempo e ciò che ho messo insieme ha a dir poco, dell'incredibile.
Ma la serata è ancora giovane e l'atmosfera è quella giusta.
Oste, versaci ancora da bere e vieni a sedere al tuo tavolo, che soltanto per le nostre orecchie narrerò le vicende legate all'ultima grande avventura che si svolse nell'Antro del Drago.
I bardi cantano spesso la versione elfica della cronache di Faerun il nano, la canzone scritta dal celebre Nard Callowstone. Tuttavia quella storia termina con il ritiro spirituale del nano Faerun che si dice fosse stato toccato da un'antica divinità quasi dimenticata.
Quello che i bardi non dicono, perché anche le semplici parole hanno un potere immenso, quando si nominano luoghi ed eventi legati all'Antro del Drago fu che l'esplorazione non terminò col famoso processo, così come si lasciò credere.
Il gruppo, privato della spiritualità di Faerun e della forza primeva del gigantesco Ombra del Vento, non si sciolse come fu tramandato, ma tornò ad esplorare i luoghi che li avevano uniti.
L'enigmatico elfo Ephran, forgiato da mille battaglie, lo sfuggente Jarym dalla lingua tagliente e affilata come il suo leggendario pugnale ruba vite, Lazarus con i suoi composti esplosivi e dalla mente volatile come un vapore di zolfo, lo scontroso cacciatore Boar, Nard Callowstone che ha permesso che le loro voci abbiano trapassato il tempo e siano giunte fino a noi e infine il loro imprevedibile capo Pier Rayban Sylvan, dai molti epiteti che tutti insieme non si accostano minimamente alle infinite sfaccettature della sua indescrivibile personalità, che fece da guida e collante per il gruppo che a lungo e ben oltre le vicende giunte ai più, si inoltrarono nelle profondità della tana del principe dei draghi.

Boar, Jarym ed Ephran in giro di notte

Lazarus1, ormai appropriatosi del laboratorio di Pier, stava studiando uno degli insetti responsabili dell'infezione dei mimic. Alle domande di Jarym, che, così come Ombra del Vento, era affetto da questo stesso male, lo studioso risponde senza alzare lo sguardo dalle sue pozioni, che questi esserini sono estremamente resistenti alla magia e questa riesce soltanto a rallentarne l'inevitabile progredire. Detto questo chiosa la sua spiegazione magnificando le capacità di queste creature per il disappunto di Jarym che suo malgrado ci deve convivere. Gli atteggiamenti di Lazarus sono quanto meno strani: avendo appreso che Ephran era risultato immune alla malattia, gli propone di bere del veleno per vedere se per caso fosse stato immune anche a quello. L'elfo soppesando le parole, declina gentilmente l'offerta con uno sguardo quasi di benevolo.
Boar, preso possesso della stanza che fu di Ombra e notando lo squarcio nel tetto che il barbaro aveva aperto per “sentirsi più vicino a stelle”, chiede di abbattere uno degli alberi del giardino per poter riparare il tetto. Nard e Ephran, che hanno passato molte serate a suonare e declamare poemi elfici alla luna dal mezzo delle fronde, si rifiutano sdegnati iniziando a spiegare che erano alberi antichi e che per chi sapeva ascoltare, avevano infinite storie da raccontare.
Visto che non sarebbe stato utile insistere, Boar, essendo tornato in terre civili di recente, decide che sia il caso di fare una capatina in taverna e chiede informazioni ai presenti. Nard, non trovando l'accordo giusto per terminare il giro intorno al quale stava improvvisando una ballata, alza la testa e inizia ad elencare i luoghi di svago della sua città. Oltre al Pastore Smarrito e all'Uomo sul Ponte, sembra che in effetti esista una terza locanda a Brindenford, La Pietra d'Acqua, un luogo un po' nascosto e poco frequentato. L'elfo si rifiuta di aggiungere ulteriori dettagli, scatenando la curiosità di Boar e Jarym che presto convincono Ephran ad unirsi all'uscita. Lazarus e Pier sono persi tra pergamene, libri e alambicchi e non sembrano interessati. Nard invece declina seccamente l'offerta e si rimette a pizzicare il liuto.

La Pietra d'Acqua

Chiedendo un po' in giro, i tre vengono indirizzati, poco lontani da casa, lungo la sponda del fiume Turant. Le abitazioni, in questa parte della città sono piccole, sporche e in gran parte diroccate. Da una di queste arriva un po' più di rumore e si nota il bagliore di un grosso fuoco acceso all'interno. Ephran nota vicino alla porta, sulla strada, quella che una volta, prima della ruggine e dell'incuria, era stata un'insegna, con su scritto il nome della taverna. Mentre Jarym esaminava curioso la scritta, la porta si spalanca e di contrasto con la luce dell'interno, si staglia sulla porta un omone con delle braccia grandi come tronchi di pino. L'uomo si fa largo in mezzo ai tre e indugia un attimo di troppo su Jarym e Ephran con un'espressione tra l'incredulo e il divertito. Ma poi tira dritto per la sua strada, lasciando gli avventurieri un po' dubbiosi sul fatto di essere stati offesi o meno.
Ma la sete di Boar era più grande del dubbio e quindi senza indugi, entra nella Pietra d'Acqua, seguito a breve dagli altri due. La taverna era stretta e lunga… e decisamente poco accogliente. Nella mente dei tre, il luogo doveva essere un po' più ambiguo e animato, ma invece di procaci ragazze, il luogo era frequentato soltanto da uomini irsuti, ubriachi e stanchi. L'oste, completamente allineato all'atmosfera del luogo, era un vecchio, gobbo e senza un occhio, che si intravedeva appena dietro la coltre di fumo del locale. Così come il tizio che era uscito, gli avventori fissano i nuovi arrivati con sguardi decisamente ostili. Rivolgendosi a Boar, un grosso tipo, si alza per tutta la sua statura e intima ai tre di andarsene se non vogliono guai.
Boar con un sorriso di sfida è deciso a guadagnarsi la sua birra a suon di corpi stesi e inizia ad arrotolarsi le maniche, già in piena atmosfera di rissa da taverna. Jarym resta sulla difensiva, mentre Ephran, al corrente degli eventi che i membri più recenti ignoravano (o hanno voluto ignorare) ha messo insieme i pezzi dell'enigma. Quel locale era un ritrovo abituale dei tronchisti che, da lungo tempo avevano avuto una sanguinosa disputa con gli elfi del nord. Per questo Nard non considerava il luogo interessante e per lo stesso motivo, le origini elfiche di Jarym e i tratti inconfondibili di Ephran avevano suscitato l'ostilità dei presenti. Con parole pacate, ma ferme Ephran esorta i compagni ad uscire e mentre si rivolge ai due, alza una mano, afferrando al volo un boccale semipieno, che un avventore gli aveva lanciato contro, mentre era di spalle. Come se nulla fosse successo, Ephran appoggia il boccale su un tavolino vicino, senza versarne una goccia.
Non c'era dubbio che i tre avrebbero potuto affrontare qualche paesano ubriaco, ma il processo si era concluso solo un'ora prima e doveva mantenersi un profilo il più basso possibile, quanto meno per non deludere le aspettative di Erro e Silitta.

Un losco mercante

Lanciando un ultimo sguardo di sfida, Boar esce per ultimo, ma si gira di scatto, quando dietro di lui, subito fuori dalla taverna, si presenta un uomo avvolto da un mantello. Abbassando i pugni, il cacciatore nota che non si tratta di un tronchista: la sua pelle molto chiara di certo non aveva passato ore e ore sulle chiatte del fiume. Dice di chiamarsi Mordacal e che da lì a quindici giorni sarebbe stato di nuovo in città, per fare affari con avventurieri del loro calibro.
Detto questo si dilegua nel nero della notte, mentre Jarym si frega le mani, pregustando gli affari da mercato nero che il mercante gli aveva prospettato.

L'esperimento di Lazarus

La sete era ancora tanta e l'adrenalina pure, ma qualcosa distolse i tre dal recarsi nella prossima taverna. Dalla direzione della loro abitazione, un boato squassa la tranquillità della notte ed un bagliore incredibilmente intenso si leva nel cielo, seguito a breve da un fitto fumo.
Arrivati a casa, trovano Lazarus che con un pendolo stava misurando il tempo necessario ad uno dei due alberi del giardino, a bruciare, una volta intriso dei suoi fuochi alchemici. Pier in un angolo si gustava la scena e ridacchiava divertito.
Nard era praticamente distrutto e anche Ephran rimprovera lo strano tipo, che per tutta risposta si giustifica dicendo quello che continua a ripetere da quando lo hanno ritrovato: “Vi avevo detto che posso creare delle pozioni? Ne volete una?”.
In breve dell'albero non rimangono che le ceneri e il lamento dei due elfi che intonano elegie e sommessi canti all'indirizzo di ciò che rimane dell'esperimento di Lazarus.

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